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Visualizzazione dei post da 2022

Il caso "Spotted Varalli"

Di Riccardo Visentin, Asia Alessio, Daniel Spallina   Insulti ad alunni, candidati rappresentanti e docenti in anonimo. Cosa sta succedendo?  Un caso molto spiacevole sta interessando il Varalli da diversi giorni. Diversi post ingiuriosi contenenti insulti e diffamazioni verso professori e candidati rappresentanti degli studenti sono apparsi sulla pagina Tellonym del profilo "spotted Varalli". Per chi non lo sapesse, queste pagine vanno di moda da qualche anno a questa parte perché permettono, tramite un'applicazione di messaggistica pubblica in anonimo, di poter dichiarare, solitamente, apprezzamenti a persone "spottate", cioè viste, senza rendere pubbliche le generalità di chi scrive. In alcuni, spiacevoli, casi come quello che sta interessando la nostra scuola, queste pagine possono diventare spiacevoli strumenti di insulto, che, proprio grazie alla sicurezza dell'anonimato, spingono persone incoscienti a scrivere frasi e/o pensieri ingiuriosi nei confron

COSA PREVEDE IL PROGRAMMA DEL NUOVO GOVERNO PER LA SCUOLA

COSA PREVEDE IL PROGRAMMA DEL NUOVO GOVERNO PER LA SCUOLA Di Riccardo Visentin Prima di cominciare, ci teniamo a precisare che questo non vuole essere un articolo di natura politica, bensì vuole essere una fonte di informazione per tutti gli studenti al fine di comprendere cosa aspetta, in linea teorica, il mondo della scuola nei prossimi anni. Come è ormai noto, la coalizione di centrodestra è uscito vincitore delle elezioni politiche del venticinque settembre, le prime in cui anche i giovani dai diciotto anni in su hanno potuto votare per il Senato.  I dati delle elezioni In particolare, il Centrodestra ha ottenuto il 44% dei voti, di cui il 26% solo da Fratelli d’Italia che è diventato primo partito del Paese, a cui sono seguiti il Centrosinistra con il 26%, il Movimento cinque stelle con il 15% e il Terzo polo con il 7%. L’affluenza alle urne è stata del 64% circa, dato in netta discesa dalle precedenti elezioni del 2018, in cui a votare fu il 73% circa degli aventi diritto . Ma qu

I dati agghiaccianti e la missione di Draghi

Di Riccardo Visentin   C’è da spaventarsi leggendo l’ultimo Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile stilato dall’Istat e pubblicato nell’aprile scorso.  In particolare sono due voci a fare paura: la prima è quella dei Neet (Neither in Employement or in Education or Training), ovvero quelle persone in età compresa tra i 15 e i 29 anni che non vanno a scuola, non hanno un lavoro e non sono nemmeno in stato di formazione, che ha toccato il 23,1%; la seconda riguarda, invece, il tasso dei laureati nel nostro paese che si attesta al 26,8% e che non ci porta nemmeno lontanamente a competere con il tasso medio dell’Ue, oggi al 41%. Il primo dato che avete letto, quello riguardante i Neet, è il tasso più alto nell’UE, mentre quello sui laureati ci colloca negli ultimi posti della classifica dell’unione. Due dati che personalmente mi hanno lasciato al quanto sconcertato, non tanto per i loro risvolti negativi nelle “classifiche europee”, ma, ancor peggio, per il fatto che non credevo po

COGESTIONE 2022, TOP O FLOP?

Durata: 3 minuti Di Riccardo Visentin Dopo più di due anni, causa covid, al Varalli abbiamo assistito a quella che per anni è stata, quasi, un’istituzione per noi studenti: la cogestione. Per chi non se ne intendesse, la cogestione è la gestione dello spazio scolastico da parte degli studenti, coadiuvato dalla presenza nell’istituto dei professori, che fungono da sorveglianti. La cogestione di quest’anno, svoltasi il 12 ed il 13 aprile, era uno dei punti salienti del programma dei rappresentanti degli studenti ed ha visto una massiccia partecipazione da parte di noi ragazzi, diversamente da quanto succedeva alcuni anni fa. L’orario per entrambe le giornate è stato lo stesso, ovvero inizio previsto alle otto e venti con il prof della prima ora e la fine prevista alle dodici e trentacinque con il controappello e lo svolgimento delle ore di lezione rimanenti. Ma arriviamo al punto focale di questo articolo: cogestione 2022 top o flop? Sicuramente, come detto in precedenza, i

"Paky è il nuovo re della scena rap/trap italiana"

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Di Riccardo Visentin "Salvatore", il nuovo album di Paky, rappresenta il punto più alto dell'artista di Rozzano. Proprio da qui, tra l'altro, il dieci marzo ha spoilerato l'intero disco con un mega concerto (abusivo) che ha raccolto in via delle Mimose migliaia di ragazze e ragazzi . Paky è cresciuto, si è fatto le ossa ed ora è maturo. È   partito proprio da qui, dal Varalli e da quando lo ha lasciato ne ha fatta di strada. E nel suo primo album lo ha dimostrato benissimo, con un misto di tracce banger e conscious che rappresentano i due lati, le due facce del volto di Paky. L'artista di origine napoletana ha dedicato il disco a suo zio, Salvatore, morto in un incidente stradale qualche anno fa e a cui pakartas (dal lituano "impiccato") era molto legato, come sottolinea nell'interlude che porta lo stesso nome dello zio.  Una cosa è certa: con questo album Paky ha decisamente spaccato, ed ora può dominare la scena rap/trap italiana da una posizio

il macabro spettro della guerra

  Il macabro spettro della guerra - editoriale   Di Riccardo Visentin È successo di nuovo. Ancora una volta, l’uomo è ricascato nella trappola della violenza, della guerra. E, si, è arrivata anche qui da noi, da noi europei che, ormai, ci eravamo chiusi nella nostra torre sicura, fatta di convinzioni, come quella che la guerra fosse qualcosa di lontano, e di quel borioso senso di superiorità culturale e bellico che ci ha sempre contraddistinti. E poi ci sono le immagini, quelle raccapriccianti immagini che tutt’ora continuano ad arrivare dall’Ucraina, martoriata senza un preciso motivo. Ma, soprattutto ci sono le storie delle persone, quelle di chi resta per difendere la propria patria, la propria casa, ma anche quelle di chi fugge per salvarsi. Quest’ultime sono già un milione circa, secondo l’ONU. Sono emigrate nei paesi vicini, come Romania, Polonia (soprattutto), Bulgaria ma anche verso paesi più lontani come l’Italia o la Germania. Al numero degli emigranti, però, se ne contrappon

"siamo stanchi di subire" - editoriale

  “Siamo stanchi di subire”     Di Riccardo Visentin   Prima il Manzoni, poi il Carducci ed, infine, il Vittorio Veneto. Un “effetto domino”, annunciato già i 10 gennaio in occasione della prima delle tre occupazioni. La motivazione di tali agitazioni al contrario di quanto si possa pensare, non è soltanto il ritorno dello scritto all’esame di maturità. Bensì, c’è molto di più in ballo: disagi strutturali, ambienti stretti e fatiscenti e forti problemi psico-sociali. Gli studenti del Carducci, infatti, denunciano che il 76% di loro soffre di attacchi di panico a causa dello stress da interrogazione; gli studenti del Vittorio Veneto, invece, parlano di un 39,9% di liceali che soffre “gravemente” di ansia, mentre il 65% ha riportato un calo di interesse e motivazione. Il dato più grave, però, è quello che riguarda i ragazzi che hanno pensato di lasciare la scuola: circa il 30% degli studenti. Numeri pesanti, tristi, risultato non solo di due anni tra Dad, Did e didattica

Il ritorno dello scritto - Editoriale

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Il ritorno dello scritto (editoriale)   Di Riccardo Visentin   L ’1 febbraio, il Ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi ha firmato, insieme al Premier Draghi, un decreto del Governo che stabilisce il ritorno degli scritti all’esame di maturità a partire dall’anno scolastico in corso. “È il primo passo verso un ritorno alla normalità” ha affermato il Ministro. Al contrario, però, gli studenti non sono stati dello stesso avviso, e nella giornata di Giovedì 3 febbraio sono scesi in piazza per manifestare il loro dissenso riguardo la decisione presa dall’esecutivo. La motivazione? Secondo la maggior parte degli alunni, ma anche dei professori, sarebbe ancora troppo presto per tornare alla normalità. “Negli ultimi anni è stato molto difficile se non, a volte, impossibile esercitarsi nella parte scritta, a causa della DAD e della didattica a singhiozzo, dovuta alle continue chiusure e quarantene per via del COVID” è la protesta degli alunni. A mio avviso, credo che sia,