Il ritorno dello scritto - Editoriale
Il
ritorno dello scritto (editoriale)
Di Riccardo Visentin
L |
’1 febbraio, il
Ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi ha firmato, insieme al Premier
Draghi, un decreto del Governo che stabilisce il ritorno degli scritti all’esame
di maturità a partire dall’anno scolastico in corso. “È il primo passo verso un
ritorno alla normalità” ha affermato il Ministro. Al contrario, però, gli
studenti non sono stati dello stesso avviso, e nella giornata di Giovedì 3 febbraio
sono scesi in piazza per manifestare il loro dissenso riguardo la decisione
presa dall’esecutivo.
La motivazione? Secondo la maggior parte degli alunni, ma anche dei professori, sarebbe ancora troppo presto per tornare alla normalità. “Negli ultimi anni è stato molto difficile se non, a volte, impossibile esercitarsi nella parte scritta, a causa della DAD e della didattica a singhiozzo, dovuta alle continue chiusure e quarantene per via del COVID” è la protesta degli alunni.
A mio avviso, credo che
sia, certamente, positiva la spinta del Governo per provare a far tornare il
mondo della scuola alla normalità, magari provando a farlo convivere con la
situazione della pandemia, anche perché denota un grande interesse verso noi
studenti da parte dell’esecutivo.
Dall’altro lato però, sento
di dovermi schierare dalla parte della generazione di studenti, a cui
appartengo, che ha dovuto affrontare in prima persona il dramma, anche scolastico,
della pandemia. Da questa situazione, infatti, ci siamo portati appresso le
enormi difficoltà di apprendimento di questi ultimi due anni, le quali si sono,
poi, tradotte in grandi lacune, soprattutto nella parte scritta, in quanto è
stata, per forza di cose, l’abilità meno allenata.
Tutto ciò aggiunto al
fatto che, nonostante il grande successo della campagna vaccinale in Italia, la
pandemia non può ancora considerarsi del tutto conclusa.
La soluzione migliore,
a mio parere, sarebbe, dunque, quella di posticipare l’entrata in vigore del
decreto almeno di un anno scolastico, per consentire, nel mentre, un
allenamento della scrittura in tutte le scuole in modo da colmare le lacune
formatesi in questi anni, così che gli studenti possano considerarsi pronti ad affrontare
un esame di stato in forma scritta.
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