Il caso "Spotted Varalli"

Di Riccardo Visentin, Asia Alessio, Daniel Spallina 

Insulti ad alunni, candidati rappresentanti e docenti in anonimo. Cosa sta succedendo? 

Un caso molto spiacevole sta interessando il Varalli da diversi giorni. Diversi post ingiuriosi contenenti insulti e diffamazioni verso professori e candidati rappresentanti degli studenti sono apparsi sulla pagina Tellonym del profilo "spotted Varalli".

Per chi non lo sapesse, queste pagine vanno di moda da qualche anno a questa parte perché permettono, tramite un'applicazione di messaggistica pubblica in anonimo, di poter dichiarare, solitamente, apprezzamenti a persone "spottate", cioè viste, senza rendere pubbliche le generalità di chi scrive. In alcuni, spiacevoli, casi come quello che sta interessando la nostra scuola, queste pagine possono diventare spiacevoli strumenti di insulto, che, proprio grazie alla sicurezza dell'anonimato, spingono persone incoscienti a scrivere frasi e/o pensieri ingiuriosi nei confronti di studenti o docenti, che non possono nemmeno conoscere l'autore di tali dichiarazioni.

I post in questione sono diversi. Uno degli esempi più spiacevoli è quello che fa riferimento ad uno dei candidati a rappresentante di istituto, insultandolo con toni dispregiativi, razzisti e omofobi, e augurandogli morte per motivi futili riguardanti l'assemblea d'istituto dell'undici novembre;

I post sono stati prontamente rimossi dalla stessa pagina spotted Varalli, e sono in corso accertamenti a riguardo.

Il punto, però, è che nel duemilaventidue, in mondo interculturale ma, soprattutto, in una scuola come il Varalli che dovrebbe insegnare l'inclusione e l'apertura ad altre culture non possono e non devono verificarsi situazioni simili, in cui uno studente viene giudicato ed insultato sulla base di idee esclusive, volte a danneggiare moralmente la persona che la riceve e fomentare altro odio. E non importa se i post sono stati rimossi dalla stessa pagina, perché ciò che deve cambiare, a quanto pare, è la mentalità di certi studenti che credono, per il solo motivo di scrivere in anonimo, di poter agire in modo prepotente ed offendere altri studenti considerati "meno di loro", senza attribuire un reale peso alle parole scritte con superficialità, considerandolo quasi un gioco.

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francesca

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