COSA PREVEDE IL PROGRAMMA DEL NUOVO GOVERNO PER LA SCUOLA

COSA PREVEDE IL PROGRAMMA DEL NUOVO GOVERNO PER LA SCUOLA


Di Riccardo Visentin


Prima di cominciare, ci teniamo a precisare che questo non vuole essere un articolo di natura politica, bensì vuole essere una fonte di informazione per tutti gli studenti al fine di comprendere cosa aspetta, in linea teorica, il mondo della scuola nei prossimi anni.


Come è ormai noto, la coalizione di centrodestra è uscito vincitore delle elezioni politiche del venticinque settembre, le prime in cui anche i giovani dai diciotto anni in su hanno potuto votare per il Senato. 

I dati delle elezioni

In particolare, il Centrodestra ha ottenuto il 44% dei voti, di cui il 26% solo da Fratelli d’Italia che è diventato primo partito del Paese, a cui sono seguiti il Centrosinistra con il 26%, il Movimento cinque stelle con il 15% e il Terzo polo con il 7%. L’affluenza alle urne è stata del 64% circa, dato in netta discesa dalle precedenti elezioni del 2018, in cui a votare fu il 73% circa degli aventi diritto.

Ma quali sono i progetti del nuovo governo per la scuola italiana?

Secondo quanto riportato dal programma del centrodestra, i punti fondamentali da sviluppare saranno cinque: 

1. Rendere più meritocratico e professionalizzante il percorso scolastico;

2. Creare un piano per l’eliminazione del precariato del personale docente e investire nella formazione e nell’aggiornamento dei docenti;

3. Intervenire sull’edilizia scolastica per la messa in sicurezza e l’ammodernamento degli edifici già esistenti e la costruzione di nuovi edifici scolastici;

4. Promuovere le scuole tecniche professionali;

5. Sostenere con un “buono scuola” le famiglie per facilitarne l’iscrizione alle scuole paritarie e private;

E per l’università?

Per quanto riguarda l’università, il programma delle nuova forze di governo prevede:

1. La valorizzazione e l’ammodernamento delle residenze universitarie;

2. L’incentivazione dei corsi STEM (Science, Technology, Engineering & Mathematics);

3. L’allineamento ai parametri europei degli investimenti nella ricerca;

4. Il favoreggiamento del rientro degli italiani altamente specializzati attualmente all’estero.


Il PNRR

A tutto questi punti, però, vanno aggiunte anche le politiche previste dal PNRR (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza) che, secondo le politiche attuali, già vedono il nostro paese impegnato nella modernizzazione e nella valorizzazione del sistema scolastico italiano.

La nuova premier, Giorgia Meloni, ha però sottolineato più volte come il suo partito si trovi in disaccordo con alcuni dei punti del piano, tanto da aver proposto, nel programma elettorale, la ritrattazione di alcuni punti con l’erogatrice dello stesso, ovvero l’Unione Europea. Per questo, non è da escludere un cambiamento delle politiche del piano anche in materia di istruzione.


Ora

Sarà pronto il nuovo governo a rispettare tutti i punti presentati nel programma elettorale? Non ci resta che aspettare e vedere le mosse dell’esecutivo da qui a prossimi mesi

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