Ernest Hemingway - Il vecchio e il mare
Ernest Hemingway
Il vecchio e il mare
Di Riccardo Visentin
La
trama
Un
anziano pescatore amante del baseball e, in particolare, del grande Joe Di
Maggio, si ritrova ad affrontare la più grande e faticosa avventura della sua
vita, combattendo in mare aperto per tre giorni e tre notti contro il più
grande pesce che abbia mai visto.
Solo
e lontano da casa, l’anziano pescatore dovrà vincere l’enorme pesce e riuscire
a tornare alla sua capanna sano e salvo, sfidando l’oceano Atlantico e i
pescicani che lo abitano.
Il
riassunto
Un
grande classico del ‘900 scritto dal celebre scrittore americano Ernest
Hemingway racconta la storia di un pescatore cubano, Santiago, che dopo 84
giorni in cui non pesca neanche un pesce si ritrova a dover affrontare il pesce
più grande che abbia mai visto nella sua vita.
La
mattina dell’ottantacinquesimo giorno dopo aver pescato l’ultimo pesce,
Santiago viene svegliato, come di consueto, da Manolo, un ragazzo che da
piccolo aiutava il vecchio pescatore sulla sua barca. Dopo un incidente, i
genitori gli avevano imposto di trovare un altro equipaggio e gli aveva vietato
di tornare dall’anziano. Nonostante ciò, Manolo è rimasto emotivamente legato a
Santiago ha continuato ad aiutarlo procurandogli l’attrezzatura per pescare, il
cibo per sopravvivere quando il mare non gli regalava nulla e i giornali per
seguire il baseball, che tanto ama. Dopo aver passate del tempo insieme, i due
si dirigono verso il porto e Santiago salpa, con la speranza che, finalmente,
qualche pesce abbocchi alle sue lenze.
Diversamente
dagli ottantaquattro giorni precedenti, la pesca, quella mattina, inizia bene
per Santiago, che tira sulla barca qualche pesce di dimensioni normali. Ad un
certo punto, senza che l’ignaro pescatore se lo aspetti, il destino decide di
metterlo di fronte alla più grande sfida della sua vita. Qualcosa di molto
pesante abbocca alla sardina messa come esca, che gli aveva procurato Manolo.
Non è un pescecane e Santiago se ne accorge subito. Inizia una prima battaglia
tra l’uomo e l’animale. Nessuno dei due la spunta sull’altro, ma il pescatore,
conscio che quell’avventura non sarebbe durata poco e che il pesce in cui si è
imbattuto non è un pesce qualunque, decide di dargli lenza e aspettare che sia
lui a fare le sue mosse, in attesa che si stanchi e, magari, muoia di fatica o
salga in superficie a lungo andare. Quello che, però, Santiago non si sarebbe
mai aspettato è di rimanere per tre lunghissimi giorni e tre lunghissime notti
in mare aperto.
Dopo
una serie stremante di attacchi e contrattacchi tra i due, al calar del sole
del terzo giorno in mare, il pesce decide di arrendersi e di sfidare per
un’ultima volta l’anziano. Santiago vince sul pesce, che si scopre veramente
essere enorme.
Nonostante
l’apparente felicità, il pescatore non si concede neanche qualche minuto di
riposo, perché sa che l’avventura non è ancora finita.
Date
le immense dimensioni dell’animale rispetto alla sua esile imbarcazione, il
pescatore decide di legare il pesce su di un fianco della barca, anche se si
accorge subito che il grande spada
perde sangue dalla ferita provocatagli dal conficcamento della fiocina che l’ha
ucciso.
Il
ritorno a casa per Santiago diventa, quindi, un’ennesima lotta. Sta volta a
sfidarlo sono i pescicani, attirati
proprio dal sangue del pesce. La carcassa del povero animale diventa facile
preda degli squali, che lo sventrano in più riprese, nonostante Santiago provi
a difendersi in qualunque modo.
Il
povero uomo, affranto, torna al suo villaggio di notte, quando nessuno può
vederlo. Come di consueto, porta alla capanna l’albero della sua nave ed una
volta arrivato a casa si infila, finalmente, nel letto e si addormenta.
L’indomani mattina, Manolo torna, come ha sempre fatto durante quei tre giorni,
alla capanna di Santiago, gli porta il caffè e aspetta che si svegli. Nel
mentre, al porto, i pescatori del villaggio si mettono a misurare il pesce
pescato dall’anziano. Il risultato è stupefacente: più di cinque metri di
lunghezza.
Una
volta sveglio, Salvador saluta Manolo ma poco dopo si “riaddormenta”, per la
prima volta da sconfitto.
Il mio
giudizio
È
il romanzo perfetto per chi ama l’avventura, scoprendo la storia, nello stesso
tempo, di un uomo che ha vissuto la sua vita facendo un lavoro sempre più
abbandonato dalle nuove generazioni perché troppo faticoso mettendoci tutta la
passione e l’amore che un uomo possa mettere.
Leggendo
questo libro una cosa è sicura: non mi sono mai annoiato. Grazie alla trama
avvincente e la scrittura piena di enfasi di Hemingway, questo romanzo risulta
affascinante per ogni fascia di età, dai più giovani ed inesperti, hai più grandi
ed esperti.
Da
sedicenne, mi sento sicuro nel consigliarlo ai ragazzi della mia età, non ve ne
pentirete!
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